domenica 13 aprile 2008

Corriere. "Martini: «Cambia il clima, dobbiamo intervenire»"

L'Arno è una priorità di cui il nuovo esecutivo dovrà farsi carico — non importa chi sarà al governo. A dirlo è stato il presidente toscano Claudio Martini, che ha annunciato, intervenendo alla Conferenza della Cgil regionale, che «dalla Toscana partirà una lettera per ricordare al nuovo esecutivo le cinque priorità da realizzare assolutamente». Al primo posto c'è appunto l'Arno, «perché — ha spiegato Martini — non si possono sottovalutare i mutamenti climatici in corso». Fra gli effetti dei fenomeni climatici estremi — tra questi c'è la diminuzione delle precipitazioni — la Regione, nel novembre scorso, ha rilevato infatti la diminuzione della portata dell'Arno dell'87% a Nave di Rosano, vicino Pontassieve, rispetto alla media registrata, nello stesso mese, fra il 2001 e il 2006.
Nel decennio 1997-2006 le piogge sono diminuite del 25 per cento, pari a 5 miliardi e 576 milioni di metri cubi di acqua (la media annuale era di 22 miliardi e 124 milioni di metri cubi). È dunque importante assicurarsi, dicono i tecnici della Regione, che l'Arno rimanga «al di sopra del minimo vitale, che è quella soglia minima di portata che consente di mantenere in vita pesci e vegetali». Fondamentale è il ruolo che ricopre l'invaso di Bilancino. «Ebbene — aggiungono — ad oggi Bilancino è al minimo storico in questa stagione (il minimo storico assoluto fu nell'autunno 2007 con 41 milioni): oggi ci sono 51,21 milioni di metri cubi d'acqua, 62,10 lo scorso anno, con un calo del 17,53%. Se si pensa che il livello primaverile minimo di Bilancino per garantire il minimo vitale all'Arno è stimato in 53 milioni di metri cubi, si deve sperare nelle piogge, altrimenti sarà necessario ricorrere ai "salti mortali" per gestire la risorsa, così da accontentare tutti gli utilizzatori. Si spera comunque che le piogge consentano di "ricaricare" Bilancino quel tanto che basta, per darci tranquillità».
Per l'Arno, «ad oggi dal Governo — spiegano dalla Regione — sono arrivati 14 milioni di euro, mentre la Toscana ne ha messi 65-70». A maggio e giugno, per risolvere tutti questi problemi, si terranno gli Stati generali dell'Arno, con l'obiettivo di «completare il quadro conoscitivo sotto tutti gli aspetti, vale a dire: sostenibilità ambientale, tutela della biodiversità, rischio di frane, rischio idraulico».
Ma per salvaguardare l'Arno e il suo Bacino «occorre rivedere gli usi della risorsa con un'ottica orientata al risparmio, rivedendo e migliorandone gli usi a partire dalle grandi aziende». Il professor Giovanni Menduni, segretario generale dell'Autorità di Bacino del fiume Arno, è d'accordo con il governatore Martini. «Molto corretta la posizione del presidente — dice Menduni — perché i cambiamenti climatici impongono sfide e richiedono interventi significativi, ma purtroppo le risorse finora non sono state adeguate. Il bacino dell'Arno è l'unico di rilevo nazionale che dispone di una pianificazione completata, con una lista di cose da fare per rispondere al cambiamento climatico. Noi quindi supportiamo la richiesta del presidente».

D.A. - 5/4/2008

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