domenica 2 marzo 2008

Corriere. "Domenici contro Wikipedia"

Sindaco e Cioni chiedono i danni per diffamazione alla enciclopedia autogestita on line

La frase sotto accusa: «Le mogli nel Cda di Firenze Parcheggi»

Leonardo Domenici deve essersi imbattuto nella sua voce su Wikipedia, digitando il proprio nome su Google (che, per la cronaca, è al terzo posto). Ne è venuto fuori un putiferio. Domenici e l'assessore Graziano Cioni hanno infatti querelato Wikipedia «per diffamazione e calunnia». Sul sito dell'enciclopedia libera, alla voce Leonardo Domenici, si imputano al sindaco e alla sua giunta alcuni provvedimenti che «hanno suscitato critiche da parte della cittadinanza». Tra questi, viene citato «l'affidamento dei parcheggi cittadini alla società Firenze parcheggi del cui cda fanno parte le mogli di Domenici e dell'assessore Cioni » - fatto questo assolutamente falso, che ha già portato alla condanna in primo grado per diffamazione un commerciante sancascianese.
Su wikipedia, è possibile verificare l'origine della voce modificata. Tramite una ricerca del numero ip, codice identificativo di chi viaggia su internet, che è stato lasciato nella cronologia, è possibile risalire alla probabile ubicazione del computer dove è stata inserita la notizia falsa. E' possibile che si tratti di un pc della Biblioteca di Pedagogia di Firenze, che ha due sedi, una in via Magliabechi e l'altra in via Buonarroti. Occorre tenere presente però che l'enciclopedista-calunniatore di Wikipedia potrebbe aver camuffato il suo indirizzo di internet protocol e quindi potrebbe anche non trovarsi a Firenze. Già in altre occasioni Domenici e Cioni sono stati oggetto di menzogne, riguardanti le loro consorti, su presunte partecipazioni nell'azionariato di Firenze parcheggi.
Nella ricostruzione, chiaramente di parte, sono presenti critiche vicine alla sinistra dei movimenti dezordiana, come l'ordinanza anti lavavetri, ma anche delle altre opposizioni.
Nel 2006 un negoziante di San Casciano fu condannato in primo grado a pagare 1700 euro per aver diffamato Domenici e Cioni. Qualche anno prima, nel 2003, il commerciante si era infatti sfogato con una cassiera della banca dove era andato a pagare una multa comminatagli dai vigilini. «Il 65% di questi soldi vanno in tasca alla moglie del sindaco e il 35% al figlio dell'assessore Cioni », disse. In un'altra occasione un ignaro tassista insinuò altre falsità del solito tenore in presenza di due clienti, due donne, una delle quali si qualificò dicendo: «Basta così, ci dica quant'è la corsa, scendiamo qui. Sono la moglie di Cioni, ci vediamo in tribunale». Questa volta però potrebbe essere più difficile vedere in tribunale l'autore del taroccamento wikipedista.
D. Al - 1/3/2008

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