giovedì 13 marzo 2008

Corriere. "Giordano riparte da Sesto. E dal conflitto di classe"

Una bandiera della Palestina, i numeri di telefono dei giornalisti da contattare attaccati a un'asse di legno, una foto dell'ex patron Carlo Rinaldini, morto l'anno scorso, con la scritta «quest'uomo ha rovinato la Ginori», una bara di cartone con due date segnate sopra, 1735 — l'anno di fondazione della Richard Ginori — e 2006 — l'anno del tracollo. Segue, accanto al 2006, un punto interrogativo. Sta a significare: ci sarà ancora un futuro per l'azienda? Sono i residui della lotta sindacale (30 mila ore di sciopero) che ha migliorato, nel giro di due anni, la condizione della storica fabbrica di porcellane di Sesto Fiorentino. I rimasugli sembrano dei trofei e stanno nella stanzetta dove si riunisce la Rsu, rappresentanza sindacale unitaria.
È da quattro mura come queste che Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista e capolista alla Camera in Toscana per «la Sinistra l'Arcobaleno», fa partire la campagna elettorale fiorentina della cosiddetta sinistra radicale. Giordano — che incontra anche le rappresentanze sindacali di Telecom, Manetti&Roberts ed Electrolux — torna in viale Giulio Cesare dopo due anni dalla sua ultima visita, per vedere com'è cambiata la situazione e per tastare il polso all'elettorato operaio, che è deluso da come si sono messe le cose con Prodi.
«Il disincanto verso la politica c'è – spiega Giovanni Nencini, coordinatore della Rsu della Ginori e candidato al senato per il partito arcobaleno – però la nostra lista sta diventando un punto di riferimento per i lavoratori». D'altronde, il Pd candida i «padroni» nelle proprie liste: Massimo Calearo e Matteo Colaninno, per esempio. E l'equazione veltroniana, quella che mette sullo stesso piano imprenditori e lavoratori, da queste parti viene mal digerita. Dunque Giordano riceve adesioni quando rispolvera, con orgoglio, il «conflitto di classe». Senza il quale, spiega, la vicenda della Richard Ginori, passata dal quasi fallimento a una situazione, odierna, di «relativa tranquillità», non si sarebbe mai risolta (sono state fatte persino delle assunzioni, 20 circa). Alla Manetti&Roberts, invece, Giordano incontra un altro candidato al Senato della sua lista, Renzo Torrini, che fa parte, come Nencini, della Rsu. I lavoratori gli spiegano che il problema dell'azienda riguarda soprattutto il mercato, che è saturo. Il borotalco traina l'azienda, che va bene e non ha problemi, ma è tutto un problema di marketing.

David Allegranti - 13/3/2008

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